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L'INTERVENTO DI LUIGI MARINO NELLA COMMISSIONE MITROKHIN
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L'INTERVENTO DI LUIGI MARINO NELLA COMMISSIONE MITROKHIN


Ufficio stampa


Roma, 22 settembre 2004


COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
CONCERNENTE IL " DOSSIER MITROKHIN " E L'ATTIVITÀ
D'INTELLIGENCE ITALIANA


_____________________


RESOCONTO STENOGRAFICO DELL'INTERVENTO DEL
SENATORE LUIGI MARINO


NELLA 61ª SEDUTA


MERCOLEDI' 22 SETTEMBRE 2004


Signor Presidente, non ho provveduto a redigere un testo, quindi non posso
allegare alcunché. Ecco perché chiedo un po' di pazienza ai colleghi.
Confesso che quando ebbi ad esprimere il mio voto contrario al disegno di
legge istitutivo di questa Commissione, mi chiesi quale fosse l'obiettivo
principale dei suoi presentatori. Pensai fosse quello di sferrare un
attacco al PCI, alla sua storia e alle sue figure storiche. In realtà, gli
obiettivi della maggioranza, che si sono venuti meglio e più chiaramente
delineando nel procedere dei nostri lavori, erano e sono molteplici.
Intanto quello da me temuto sin dall'inizio, poi quello di colpire tante
personalità insigni della nostra Repubblica, compresi alcuni padri
costituenti, infine quello di riscrivere la storia e dimostrare quel che a
mio avviso è indimostrabile e ridicolo. Mi riferisco all'assunto che,
dalle tanti stragi, all'assassinio di Moro ed ancora oltre, tutto ciò che
è avvenuto nel nostro Paese, sia opera del KGB e che lo zampino del KGB
abbia accompagnato sostanzialmente il difficile processo storico della
nostra Repubblica.
Signor Presidente, ho cercato di capire, anche con un certo distacco
intellettuale, la ratio di tutto ciò; tuttavia mi sono detto che, dal 1917
in poi, dal Trattato di Rapallo con il reciproco riconoscimento dei due
Paesi, persino durante il ventennio fascista, da Franco Marinotti a
Raffaele Mattioli, e successivamente da Enrico Mattei - lei, signor
Presidente, ricorderà i grandi titoli pubblicati sui giornali della destra
"Mattei ci vende alla Russia" - , fino ad arrivare a Valletta, dall'Eni
alla Fiat, da Togliattigrad, sino ai giorni nostri, l'Italia e l'Unione
Sovietica sono sempre stati Paesi amici o comunque non ostili anche quando
appartenevano ad alleanze diverse. In un libro di qualche decennio fa, il
dottor Giorgio Fabre scrive con tanta puntualizzazione che, escluso lo
strettissimo periodo bellico, cioè fino a poco tempo prima e subito dopo
la guerra, i rapporti del nostro Paese con l'Unione Sovietica sono sempre
stati ottimi ed improntati ad una fattiva e reciproca collaborazione in
tutti i campi, stante anche la complementarietà dell'economia: la Russia
dispone di grandi materie prime e noi siamo un grande Paese trasformatore;
anche Sergio Romano, in una delle sue ultime pubblicazioni "Guida alla
politica estera italiana", ha parlato di rapporti tradizionalmente
amichevoli.
Allora, se quelli sono gli obiettivi, cioè riscrivere la storia e così
via, mi sono chiesto perché è stata scelta una Commissione d'inchiesta,
voluta - come ha ricordato l'onorevole Bielli - dalla maggioranza, per
scrivere una controstoria. Mi sono ricordato, tra l'altro, che il senatore
Taviani, recentemente scomparso, nel suo libro di memorie "Politica a
memoria d'uomo" ha scritto: "Spero che nessuno abbia l'illusione di
ricostruire la storia con una Commissione d'inchiesta", tanto più quando
essa è voluta dalla maggioranza, con uno scopo che diventa necessariamente
politico.
Ho chiesto di disporre di un po' di tempo in più perché - come i colleghi
sanno - sono stato nominato membro di questa Commissione con qualche anno
di ritardo. Mi voglio, pertanto, attenere anzitutto ai dati di fatto che
ho cercato anch'io di acquisire. La Commissione Mitrokhin non dispone di
informazioni o documentazione diretta: Mitrokhin si è rifiutato, prima
della sua scomparsa, di incontrare questa Commissione. Disponiamo, quindi,
solo di informazioni di seconda mano. Inoltre, di fatto, è stato negato
l'accesso agli "appunti" originali forniti da Mitrokhin, così come
l'incontro con i funzionari del MI6 che hanno gestito la fonte Impedian.
Mitrokhin non ha ricoperto incarichi o uffici operativi ed ha avuto
accesso solo ad informazioni elaborate da altri. D'altra parte, come è
noto, in tutti i Servizi segreti del mondo il lavoro degli archivi si
svolge per compartimenti; pertanto, sorprende effettivamente anche uno
come me, che è digiuno in materia, il fatto che un ex archivista possa
avere avuto accesso a tutto questo enorme materiale. I report arrivati,
quindi, non costituiscono materiale originale del KGB, né riportano le
note di Mitrokhin, ma sono semplicemente un'elaborazione delle note del
transfuga Mitrokhin da parte degli inglesi. Tra l'altro, signor
Presidente, lei ricorderà che, poiché ci troviamo di fronte ad una
traduzione dall'inglese all'italiano rispetto ad un testo già tradotto dal
russo all'inglese, - e io ebbi già modo di dire che la poesia è quello che
scompare nella traduzione ! - , figuriamoci poi nella doppia traduzione,
con tutto quello che ne consegue, che cosa è rimasto.
E' un dato di fatto, inoltre, che tutti i casi sono stati archiviati: si
chiamino Rodo, Isba, Ovation o Mitrokhin. Qualcuno, però, potrebbe
affermare che, quello acquisito, è sempre e comunque un materiale
utilizzabile per fini storiografici. Chi ha letto "Lezioni di metodo
storico" di Chabod sa che un documento, anche se è falso o di dubbia
autenticità, può servire per la ricostruzione storica. Tutto può servire,
tutto fa brodo!
Signor Presidente, per quanto riguarda il dossier Mitrokhin, le note e
quant'altro, ci troviamo di fronte a cartacce. Infatti, a prescindere dal
fatto che la maggior parte del materiale offerto da Mitrokhin è stato
classificato dai britannici come categoria C, cioè che non presenta rischi
di interesse nazionale, o anche di categoria G, cioè di rilevanza
assolutamente marginale, tutti sanno che con la dissoluzione dell'Unione
Sovietica (in sostanza, con la lotta tra Gorbaciov, presidente dell'Unione
Sovietica, ed Eltzin, presidente della Russia, dalla quale è scaturita la
dissoluzione), vi è stato il caos totale. Dopo l'agosto 1991, il caos
totale ha investito inevitabilmente anche i Servizi segreti e gli archivi.
Pertanto, c'è stato il frazionamento del KGB e degli archivi, anche a
livello repubblicano. Gli archivi sono stati saccheggiati un po' ovunque e
vi è stata la compravendita dei fascicoli addirittura per strada: è stato
scritto che a volte si è trattato di un vero e proprio "scartiloffio"
offerto a chi facesse l'acquisto in dollari o in valuta pregiata.
Vi è stato anche un uso strumentale di queste carte per compromettere le
nuove classi dirigenti (basti ricordare Landsbergis in Lituania o De
Maziere in Germania Orientale), che a volte sono servite per la resa dei
conti all'interno degli stessi Servizi, anche ai più alti livelli
istituzionali.
I vari decreti di riforma del KGB hanno prodotto buchi negli archivi anche
da parte dei nuovi gestori degli stessi, mentre molti altri documenti -
l'Italia docet - restano ben conservati in strutture di tipo militare di
difficilissimo accesso.
Ripeto che si tratta di cartacce. Ricordo ancora quando abbiamo audito
Kolosov, invitato ad un bel soggiorno romano, il quale anche alle domande
del senatore Andreotti ha risposto: "Tutti si sono messi a scrivere. Non
ho letto Mitrokhin. Hanno scritto tanti".
Insomma, questo dossier è stato divulgato soltanto in Italia, infarcito di
notizie spesso discordanti, contraddittorie e a volte palesemente false e
Mitrokhin non ha mai voluto incontrare la nostra Commissione. Mi chiedo e
chiedo a voi: è credibile che abbia lavorato indisturbato per tanti e
tanti anni senza essere scoperto? E' credibile l'avventuroso e per certi
versi ingenuo modo di occultare quanto trascritto? (ci voleva una collina
intera, tutto il giardino, altro che il pavimento di una dacia per
conservare quanto andava annotando).
Gli errori e le inesattezze contenute nelle schede sono derivate solo
dalla traduzione dal russo in inglese? Nel 1992, come è noto, gli inglesi
fecero uscire dalla Russia Impedian-Mitrokhin e la sua famiglia; ebbene,
se prendiamo il libro di Andrew "L'archivio Mitrokhin", alla nota 1 del
capitolo I (il libro, lo ricordo, è del 1999) è scritto testualmente: "per
tutelare i parenti rimasti in Russia Mitrokhin è restio a fornire dettagli
sul suo ambiente familiare". Signor Presidente, se lo immagini: un ex
archivista importantissimo, che accede a tutti i compartimenti di questo
grande archivio, scompare dalla Russia, dopo di che nel libro pubblicato
non si fornisce il nome dell'interessato per timore, per poter tutelare i
familiari dello stesso; mi sembra francamente qualcosa di risibile!
Un altro punto che mi ha colpito appare in una nota del 30 maggio 2003 del
nostro collaboratore Gerardo Padulo, sempre molto attento e puntuale. Il
dottor Padulo scrive che un archivista - ammesso, aggiungo io, che
Mitrokhin lo sia stato veramente, perché, ripeto, non poteva accedere a
tutti i compartimenti - ove abbia deciso di prepararsi il materiale, porta
con sé il documento più importante di un archivio, il titolario, che di
ogni archivio è la chiave di accesso e di prima lettura. Non conosco la
materia, anche se il presidente Cossiga ci ha fornito un manualetto in
proposito, però questa asserzione mi ha fatto riflettere. Come precisato
dagli stessi Servizi inglesi, le informazioni di Impedian erano fondate su
testimonianze di altre persone riportate nell'archivio del KGB e quindi
copiate dallo stesso Impedian. Tali appunti quotidiani, presi per ben
dodici anni, senza che nessuno se ne accorgesse, occupano sei casse
portate fuori dagli inglesi insieme al trascrittore e ai suoi familiari.
Si parla di trecentomila documenti copiati; secondo Ivan Gerasimov, ex
agente del KGB in Italia, Mitrokhin avrebbe avuto, invece, solo la
disponibilità dei cartellini e non dei fascicoli.
La Commissione di intelligence e sicurezza, nella sua relazione al
Parlamento inglese del giugno 2000 - che rileva, tra l'altro, l'assenza di
rischi per l'interesse nazionale ritenendo comunque il materiale di
interesse marginale, sottolinea che il motivo che ha spinto Mitrokhin a
compilare l'archivio e a portarlo in Occidente era quello di farlo
pubblicare, quindi, in sostanza, per fare soldi; è un dato di fatto che ho
ricavato dalla lettura degli atti. Dal momento in cui Mitrokhin prende
contatto con i Servizi inglesi trascorrono ben dieci mesi prima che il
Primo Ministro ed il Ministro dell'interno vengano informati di qualcosa,
ma occorrono ben tre anni per la consegna agli italiani del primo
materiale. Dal 30 marzo 1995, data di consegna dei primissimi report al
SISMI, alla prima informativa generale data dal direttore del Servizio
generale Siracusa al presidente del Consiglio dei ministri Dini (7
novembre 1995) trascorrono appena sette mesi; è un dato di fatto.
Signor Presidente, lo dico con la simpatia e con la stima che le porto, ma
reputo il suo rapporto irricevibile perché trasforma congetture,
supposizioni, deduzioni azzardate in presunti elementi di prova
inconfutabili per una tesi a mio avviso precostituita. Ecco perché ritengo
il suo rapporto non emendabile; esso costituisce inevitabilmente il primo
segmento di una relazione conclusiva il cui tenore è facilmente
prevedibile, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto.
Passando alle "evidenze conclusive", si tratta a mio avviso di conclusioni
gratuite perché gli assunti di base sono erronei, privi di corrispondenza
con la verità logica, in contraddizione con quanto acquisito, basate su
illazioni; e la ricostruzione storica, che appare in allegato, sembra
scritta proprio a fini ideologici di parte.
Ieri, nell'esporre per grandi linee le tesi contenute nel rapporto, lei ha
affermato, signor Presidente, che la Commissione Guzzanti, la nostra
Commissione, è stata depistata dai capi del Servizio, Siracusa e Battelli.
Ebbene, non voglio assumere la difesa dei Servizi, però sono andato a
rileggere le conclusioni del Comitato Frattini, approvate all'unanimità
nel febbraio del 2000, in cui si dichiara espressamente che la verifica
dell'operato dei Servizi non ha evidenziato violazioni della legge n. 801
del 1977 e che non vi è nessun dubbio sulla veridicità delle ricostruzioni
operate dal generale Siracusa, dall'ammiraglio Battelli e dal vice
presidente del Consiglio Mattarella, pur esprimendosi perplessità circa
l'informativa resa al Presidente del Consiglio dei Ministri in quanto
Presidente del CESIS, stanti i limiti imposti dagli inglesi. Ebbene, è mia
convinzione che non sia stato acquisito nulla da parte della nostra
Commissione rispetto alle conclusioni del Comitato, che non sia stato
accertato nulla che metta in dubbio le conclusioni del Comitato Frattini;
ovviamente è la mia opinione.
Il SISMI ha ricevuto il materiale a rate quando Mitrokhin era ancora
sottoposto a briefing da parte dei Servizi inglesi; di qui la lentezza
nella trasmissione dei report all'Italia. Intanto però alla CIA è stato
passato tutto il materiale, compreso quello riguardante l'Italia. Si può
parlare di insabbiamento quando questo materiale ormai circolava per tutto
il mondo?
Vado celermente avanti e giungo alla vexata quaestio. Nel rapporto il
SISMI viene confuso con un organo di polizia giudiziaria; con la sua tesi,
signor Presidente, nessun Servizio segreto a mio avviso potrebbe
funzionare. Le informazioni all'autorità giudiziaria vanno trasferite se
sono suffragate da elementi di prova, altrimenti è la paralisi di ogni
attività di intelligence. Il ministro Straw alla Camera dei comuni, pur
confermando l'enorme valore del materiale per qualità di intelligence ed
investigativa, afferma che quel materiale da solo non poteva costituire
prova giudiziaria da portare in un tribunale britannico. Pertanto, signor
Presidente, la tesi esposta nel suo rapporto ignora anche, a mio avviso,
l'esigenza della massima riservatezza, il fatto che gli inglesi avrebbero
potuto interrompere il flusso. Insomma, quel materiale non comportava
nessuna minaccia immediata alla sicurezza dello Stato, tant'è che nelle
relazioni al Parlamento dal 1995 al 1999 il dossier Mitrokhin non appare e
viene citato solo nell'ultimo semestre del 1999. Non vi fu quindi nessuna
estromissione della polizia giudiziaria, come invece si sostiene nelle
cosiddette "evidenze conclusive", né vi fu paralisi delle attività di
controspionaggio. Nessuna delle diciannove evidenze conclusive è a mio
avviso condivisibile né in tutto né in parte; ecco perché ritengo che il
rapporto non sia emendabile, né nei suoi assunti né nelle sue conclusioni.
D'altra parte, Signor Presidente, scripta manent e ognuno di noi si assume
la responsabilità di quello che lascia agli atti parlamentari, vuoi
intervenendo, come sto facendo io, vuoi a maggior ragione quando si
depositano testi scritti.
Anche la ricostruzione storica è a mio avviso sui generis, improntata ad
una disinvoltura per me stupefacente, basata spesso su congetture.
Veniamo alla svolta di Rifondazione comunista sul Governo Dini. Lei stesso
dice che è avvenuta il 26 ottobre. Noi non partecipammo al voto. Si
sostiene invece che poiché stavano per arrivare i report in cui Cossutta
viene definito "contatto confidenziale", saremmo usciti dall'aula. L'on.
Bielli ne è stato testimone, come lei stesso ha citato, e ricorderà ciò
che è avvenuto allora.
D'altra parte tutto è consegnato agli atti parlamentari e ognuno di noi
può attingere dagli atti parlamentari e da ciò che allora fu pubblicato
dalla stampa. Lei stesso dice che la svolta, cioè la non partecipazione al
voto, è avvenuta il 26 ottobre - lo scrive lei - però il report è arrivato
il 30 ottobre, cioè quattro giorni dopo, così come lei scrive
nell'allegato D) a pagina 6. Allora, anche a volere entrare nel suo
ragionamento delle due l'una: l'MI6 ha informato immediatamente Cossutta
che nel report si parlava di "contatto confidenziale" dopodiché noi
avremmo cambiato la linea politica. Ciò significherebbe che Cossutta
decideva per tutti, per tutto il partito, quando, invece, noi assistemmo
già allora ad una lacerazione dolorosa, ad una spaccatura.
La verità è che ci fu un dibattito lacerante, nel Gruppo e nel partito. La
verità è molto più semplice, Presidente. Noi non volevamo mischiare i
nostri voti con quelli della destra, come poi invece qualcuno fece nel
1998 quando fece cadere il Governo Prodi. Ci fu la dichiarazione di Dini,
secondo la quale sarebbe andato via, e Cossutta il 26 ottobre dice - lei
pure lo ha ricordato nel suo intervento ma voglio riassumerlo, anche se
tutti possono accedere al resoconto stenografico della seduta - : "Gentile
Presidente, Presidente del Consiglio, colleghi, dunque il Governo chiude.
Dini se ne va. L'impegno è pubblico - e Dini dichiarò che sarebbe andato
via - ed è solennemente assunto, ed è ormai irrevocabile e finalmente si
va a votare, ma è chiaro che si voterà entro pochi mesi. La nostra scelta,
coerente e convinta, è stata ed è una sola: operare perché il Governo se
ne vada e si giunga al più presto alle elezioni. Questo obiettivo lo
abbiamo ottenuto e lo abbiamo ottenuto proprio per merito della nostra
battaglia. Andare a votare, questo era il punto. Abbiamo allora ottenuto
quello che volevamo, il voto politico quello che può ridare forza alla
democrazia. Porre fine al Governo.
Su questo io e Bielli, che facevamo parte della stessa parte politica, per
una valutazione diversa fummo costretti a separare le nostre strade.
Questa è la lettura politica, signor Presidente, una lettura squisitamente
politica.
Veniamo alle altre calunnie veramente insopportabili nei confronti del
presidente del mio partito Cossutta. Non vorrei fare il suo difensore,
perché lui sa ben difendersi da solo, e dirò pure in quale modo. Nel 1994
Cossutta aveva già avuto un processo. Si parla dello sbianchettamento
dalla bozza al libro, come ha già ricordato Bielli. Ma leggendo
attentamente si nota invece un aggravamento, un peggioramento del giudizio
su Cossutta dalla bozza al libro, sino al falso autentico del versamento
del danaro direttamente nelle "tasche" di Armando Cossutta, un'accusa
infamante riportata dalla stampa. Credo che i colleghi sappiano che il
presidente Cossutta ha già provveduto a presentare querela nei confronti
degli organi che hanno riportato in tal modo la notizia. Perché è un
falso? Perché il tutto è stato ripreso da un saggio di Stephan Hellmann
sulla svolta di Occhetto. Quella frase virgolettata non era nel libro, non
era del libro di Andrew-Mitrokhin. Le modifiche apportate alla bozza sono
state soltanto peggiorative. Questa accusa di mettersi in tasca i soldi
destinati al partito viene quindi scandalisticamente riportata in vari
interventi sulla stampa, compresa una sua lettera al "Corriere della Sera"
del 29 luglio 2004. Quella frase sarebbe stata omessa nel libro su
indicazione del SISMI, ma la frase - lo ripeto - non era di Andrew
-Mitrokhin bensì riportata tra virgolette e presa dal saggio del
politologo Stephan Hellmann sulla svolta operata da Occhetto quando
trasformò il PCI in PDS, svolta alla quale noi comunisti ci eravamo
opposti con tutte le forze, tant'è che Armando Cossutta parlò di mutazione
genetica del vecchio Partito comunista italiano.
Hellmann a sua volta si basava sulle dichiarazioni del giornalista
Alexandr Evlakov riportate sul quotidiano "la Repubblica" del 12 ottobre
1991 secondo cui Cossutta aveva ricevuto dei soldi da un agente del KGB
"personalmente", cioè di persona. Evlakov peraltro dichiarò anche di non
disporre materialmente dei documenti relativi ma di averli visti con i
suoi occhi. Il giorno dopo sul quotidiano "la Repubblica" Cossutta dice:
"Io non ho mai ricevuto nulla, dico nulla, né in denaro contante, né in
assegni, né in alcun altro modo da parte e per conto di esponenti o di
persone sovietiche". Una secca lettera di smentita, anche perché non vanno
confusi il rapporto politico PCI - PCUS con consegna di soldi che avveniva
forse in maniera diversa.
Hellmann in effetti, travisando volutamente Evlakov, trasforma volutamente
l'espressione "personalmente" in "nelle sue tasche" e qui compie un vero e
proprio falso. Inoltre, nel libro rispetto alla bozza vengono aggiunte
cinque righe ex novo contro Cossutta con i dati dei supposti finanziamenti
in dollari ricevuti dal 1985. In sostanza, altro che sbianchettamento.
Dalla bozza al libro per Cossutta si è avuto soltanto un crescendo di
varie accuse senza nemmeno il supporto di una specifica documentazione
proveniente dall'archivio Mitrokhin. È chiaro che l'eliminazione del falso
compiuto da Hellmann, cioè che Cossutta metteva nelle proprie tasche soldi
del PCUS, era solo per superare inevitabili querele, tant'é che lo stesso
ammiraglio Battelli ebbe a dire nell'audizione "Se fossi l'onorevole
Cossutta non sarei contento di quelle differenze tra bozza e libro".
E così pure, sempre per quanto riguarda l'allegato D) a pagina 6,
relativamente al fatto che il SISMI non provvide a tradurre il cosiddetto
dizionario del KGB in cui si spiegava cos'era un contatto confidenziale.
Questo sempre per fare un favore a Cossutta? Il dizionario arrivò tre mesi
dopo, alla fine del febbraio del 1996 e nemmeno in Gran Bretagna venne
tradotto insieme al libro.
Arriviamo alla vicenda del Governo Prodi. Anche qui tutto è consegnato
agli atti parlamentari, alla stampa, eccetera. Qui veniamo al redde
rationem tra due diverse anime del partito, del Prc: come in precedenza,
ci differenziammo nell'analisi della fase e c'era chi sottovalutava il
pericolo della destra. Oggi c'è un ripensamento. Meno male.
Ci differenziammo perché noi allora, ed oggi, ritenevamo e riteniamo che
non ci siano alternative all'alleanza tra le forze democratiche e
progressiste che si riconoscono nei valori della Costituzione per salvare
il nostro Paese. Allora e oggi.
Il Ministero di grazia giustizia all'onorevole Diliberto, ma non
scherziamo! Io so una cosa signor Presidente, una sola cosa che consegno
all'onestà intellettuale di tutti voi. Tutte le sedi del partito
acquistate con i nostri sacrifici - anche personali - i giornali, i
finanziamenti al partito: noi abbiamo iniziato tutto da capo, perché ci
siamo divisi non per questioni personali, ma per un'analisi, come si
diceva, della situazione concreta, per l'analisi della fase, per il fatto
che allora come oggi non esistono alternative se si vuole salvare questo
Paese.
Sempre circa gli "sbianchettamenti" una cosa non l'ho capita proprio,
signor Presidente. Illazioni: moujik in russo significa "burino", "cafone"
oppure "brava persona" o "buon uomo". A che fine questo sbianchettamento
di moujik?


PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, senatore Marino; se me lo permette,
chioso. Sappiamo tutti cosa vuol dire moujik. Il significato della parola
moujik non ci sorprende. Sorprende il fatto che, essendo stato moujik uno
dei nickname, come Impedian, di Mitrokhin, per motivi a noi tutti ignoti
(se lei ha una idea al riguardo, ce lo faccia sapere) abbiamo notato solo
che quel nomignolo è stato cassato. L'abbiamo rilevato.


MARINO. Sì, signor Presidente, però non ho capito qual è il castello che
si vuole costruire su questo moujik.


PRESIDENTE. Mi scusi. Non la interrompo più. Capisco che lei ha il
castello del castello, ma mi dispiace.


MARINO. Sempre in tema di sbianchettamento e sempre per quanto riguarda il
cosiddetto coinvolgimento del KGB nell'affaire Moro (anche qui per farla
breve, signor Presidente), ricordo che nel libro di Andrew-Gordievskij,
"Storia segreta del KGB", a pagina 640, è detto testualmente che "La
collaborazione tra la Democrazia cristiana e il Partito comunista funzionò
meglio di quanto Mosca avesse previsto". (Non sono testi sovietici, signor
Presidente, ma sto parlando del libro di Andrew-Gordievskij.) "I rapporti
tra i due Paesi migliorarono quando a capo del Governo ci fu Aldo Moro,
persona con cui i capi sovietici ritenevano di poter trattare. Il suo
assassinio da parte delle Brigate Rosse nel 1978 fu considerato una vera
sciagura per gli interessi sovietici", - aggiungo anche per gli interessi
italiani - signor Presidente. Noi comunisti non abbiamo nulla da temere,
signor Presidente, da questa Commissione d'inchiesta. Rispetto ai
finanziamenti dal PCUS al PCI, se vi sono stati (come vi sono stati), io
sono orgoglioso della solidarietà internazionale che si realizzava. Non
una lira, signor Presidente, sono costati al bilancio dello Stato
sovietico. Ogni membro del partito era tenuto a versare ogni mese l'uno
per cento del proprio salario o stipendio o prestazione professionale: si
trattava di 15 milioni di iscritti. Faccia i calcoli, signor Presidente,
considerando il fatto che all'epoca il rublo valeva, di quanto potesse
disporre il PCUS ogni mese e quale solidarietà internazionale tra partiti
si realizzava. Dico "tra partiti", signor Presidente, perché andava dal
PCUS al PCI: il KGB, tutt'al più era un tramite. Poi, quando ci riferiamo
al KGB ignoriamo che in tutte le nostre ambasciate, dovunque io vada (non
so perché), accanto a me siede sempre il responsabile dei nostri Servizi
segreti. Quindi, di che meravigliarsi, signor Presidente? Dunque tramite
il KGB, tramite un funzionario, evidentemente, del KGB. A sua volta il
PCI, grazie anche ai fondi del PCUS, dava soldi ai movimenti di
liberazione nazionale e a tutti gli altri partiti progressisti del globo
terrestre. Noi di questo, signor Presidente, siamo orgogliosi.
Per quanto riguarda le ricetrasmittenti e le radio sia chiaro, signor
Presidente, che questo era solo per sopravvivere ad eventuali colpi di
Stato, perché i tentativi di golpe ci furono. Tutto era fatto per
difendere questa democrazia. Io ricordo, ma lo ricorderà pure lei, che
qualche illustre personaggio, purtroppo assassinato, fu costretto a
mandare in Svizzera anche i fondi che servivano a finanziare la propria
corrente politica. Quindi, i tentativi di golpe c'erano e tutto aveva un
carattere squisitamente difensivo. Non eravamo solo noi a temere il golpe,
il colpo di Stato.
Il piano Solo. Si vuole dimostrare che fu una operazione di
disinformazione da parte dei sovietici. Anche qui, per brevità, invito i
colleghi a leggersi le memorie di Taviani e precisamente le pagine da 256
a 413, così facciamo finalmente chiarezza. Mi riferisco a Taviani non a
caso: si tratta di memorie postume. Dalle confessioni postume di Sogno,
scrive Taviani, risulta chiaramente che le intenzioni di golpe
sussistevano. L'obiettivo era chiaro: impedire, malgrado i voti ottenuti
(ripeto, "malgrado i voti ottenuti", perché un terzo di questo Paese,
signor Presidente, votava per il partito comunista: un terzo, in tutte le
famiglie italiane), al PCI di accedere al governo del nostro Paese in ogni
modo. Tre Commissioni d'inchiesta sul piano Solo, signor Presidente, hanno
confermato la preparazione del piano. Due navi per trasferire gli
"enucleandi", 154.000 fascicoli.
La Thatcher, che non può essere accusata certamente di filosovietismo o di
filocomunismo, per il dossier Mitrokhin si è espressa in termini di
speculazioni, aventi anche qualche "fatterello" corrispondente al vero; ma
tutto il dossier Mitrokhin, ha detto la Thatcher: "è un letamaio". Queste
sono le cartacce: è questo di cui noi ci occupiamo.
L'onorevole Bielli ha rivolto un invito. In realtà l'invito ce lo ha fatto
il Presidente Cossiga, venuto qui in audizione: quello stesso Presidente
che scrive la lettera ricordata da Fragalà, è venuto qui in audizione
dicendo: "Chiudete, non perdete tempo". Ripeto, quello stesso Presidente,
il cui intervento è stato evocato dal collega Fragalà.
Credo davvero che il nostro sia diventato un lavoro inutile. Sarebbe stato
molto più saggio e più utile nominare una commissione di storici, di saggi
per cercare veramente di capire, al di là di polemiche sterili, quanto sia
stato tortuoso e difficile il percorso democratico del nostro Paese.
Sin dall'inizio, signor Presidente - lo dico senza alcuna ipocrisia - sin
dai primi interventi che ho ascoltato, non mi sono fatto illusioni di
poter pervenire ad assunti condivisi: lo dico chiaramente. Sin dai primi
interventi ho capito che "non era aria", "non c'era il clima". Lei mi darà
atto, signor Presidente, del fatto che in questa Commissione ho cercato di
starci nella maniera più composta possibile, anche di fronte ad
affermazioni che mi lasciavano, se non altro, interdetto. Tant'è che un
paio di volte sono stato costretto a dire: ebbene, qui ognuno è
responsabile delle dichiarazioni che rende, perché siamo in audizione. Se
per ogni domanda si fa un preambolo di mezz'ora, non posso prendere la
parola per contestare tale preambolo; ognuno qui si assume le
responsabilità di quello che dice e di quello che deposita agli atti.
Il suo rapporto, signor Presidente, è pieno di omissioni e di falsità. Mi
dispiace dirlo, mi creda. È basato su presupposti non veritieri e contiene
affermazioni gravissime, quasi da propaganda di vecchia guerra fredda.
Proprio in base a quello che ho acquisito e che ho cercato di capire non
vedo altra soluzione se non quella di fare uno sforzo, spero unanime,
della minoranza per smontare punto per punto ogni assunto del rapporto e
dell'eventuale contributo integrativo dell'onorevole Fragalà (non si
capisce se integrativo del rapporto o distintivo rispetto al rapporto
stesso), ogni asserzione, ogni accusa infondata (peraltro di tipo ridicolo
e infamante, nel caso di quelle rivolte al presidente Cossutta il quale,
per la sua parte, ha già provveduto a querelare gli organi di stampa che
le hanno riportate - molto imprudentemente, a mio avviso - e che ora
dovranno ovviamente fornire gli elementi di prova).
Ovviamente abbiamo ancora tempo davanti a noi e io cercherò, nel corso del
prosieguo dei lavori, di fornire altro contributo che possa servire ad una
più utile discussione
--
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Junker
2005-07-14 07:53:12 UTC
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COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
CONCERNENTE IL " DOSSIER MITROKHIN " E L'ATTIVITÀ
D'INTELLIGENCE ITALIANA
RESOCONTO STENOGRAFICO DELL'INTERVENTO DEL
SENATORE LUIGI MARINO
Sen. Luigi Marino, uomo che sicuramente può dire una parola
credibile e "super partes"

"signori, cristo è morto di sonno"

Torna a dormire pure tu, sergio, lo sai che stare
sveglio a copiare incollare ti fare stare male...
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.sergio.
2005-07-14 08:52:35 UTC
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Post by Junker
Post by .sergio.
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
CONCERNENTE IL " DOSSIER MITROKHIN " E L'ATTIVITÀ
D'INTELLIGENCE ITALIANA
RESOCONTO STENOGRAFICO DELL'INTERVENTO DEL
SENATORE LUIGI MARINO
Sen. Luigi Marino, uomo che sicuramente può dire una parola
credibile e "super partes"
ti ringrazio di questo tuo intervento perche' e' il tipico commento dei
topi di fogna anti-antifascisti che non sanno cosa dire se non stronzate
inutili. Bella prova junker, vedrai che tra i camerati di forza nuova
qualcuno ti fara' "pat,pat sulle spalle".
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Pomero©
2005-07-14 09:06:29 UTC
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COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
CONCERNENTE IL " DOSSIER MITROKHIN " E L'ATTIVITÀ
D'INTELLIGENCE ITALIANA
RESOCONTO STENOGRAFICO DELL'INTERVENTO DEL
SENATORE LUIGI MARINO
Sen. Luigi Marino, uomo che sicuramente può dire una parola
credibile e "super partes"
ti ringrazio di questo tuo intervento perche' e' il tipico commento dei
topi di fogna anti-antifascisti che non sanno cosa dire se non stronzate
inutili. Bella prova junker, vedrai che tra i camerati di forza nuova
qualcuno ti fara' "pat,pat sulle spalle".
Mi sembra che si sia nella norma, speravi che dicesse qualcosa di più?
Sei troppo buono Sergio, gli imbecilli alla junker non possono migliorare la
colpa e nel dna
La mosca tira il calcio che può, e la zanzara nemmeno quello
quando in nostro "ammiraglio" scrive lo senti che ronzio
Pomero
Junker
2005-07-14 09:55:01 UTC
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Post by Pomero©
Mi sembra che si sia nella norma, speravi che dicesse qualcosa di più?
Sei troppo buono Sergio, gli imbecilli alla junker non possono migliorare la
colpa e nel dna
La mosca tira il calcio che può, e la zanzara nemmeno quello
quando in nostro "ammiraglio" scrive lo senti che ronzio
Pomero
Ma io ti perdono, pomero, perchè tanto so che non sei responsabile
di quello che scrivi e perchè tiri fuori la testa dal guano solo
quando il merdaiolo ti vien a dare una mano...
A proposito, complimenti ancora per il sabot e lo scafo resistente
in rame...
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sergio
2005-07-14 11:15:37 UTC
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Post by Junker
Post by Pomero©
Mi sembra che si sia nella norma, speravi che dicesse qualcosa di più?
Sei troppo buono Sergio, gli imbecilli alla junker non possono migliorare la
colpa e nel dna
La mosca tira il calcio che può, e la zanzara nemmeno quello
quando in nostro "ammiraglio" scrive lo senti che ronzio
Pomero
Ma io ti perdono, pomero, perchè tanto so che non sei responsabile
di quello che scrivi e perchè tiri fuori la testa dal guano solo
quando il merdaiolo ti vien a dare una mano...
ti ringrazio di questo tuo ennesimo intervento perche' e' il tipico commento
dei
topi di fogna anti-antifascisti che non sanno cosa dire se non stronzate
inutili. Bella prova junker, vedrai che tra i camerati di forza nuova
qualcuno ti fara' "pat,pat "sulle spalle.


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.sergio.
2005-07-14 08:53:17 UTC
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Post by .sergio.
L'INTERVENTO DI LUIGI MARINO NELLA COMMISSIONE MITROKHIN
Ufficio stampa
Roma, 22 settembre 2004
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
CONCERNENTE IL " DOSSIER MITROKHIN " E L'ATTIVITÀ
D'INTELLIGENCE ITALIANA
_____________________
RESOCONTO STENOGRAFICO DELL'INTERVENTO DEL
SENATORE LUIGI MARINO
NELLA 61ª SEDUTA
MERCOLEDI' 22 SETTEMBRE 2004
Signor Presidente, non ho provveduto a redigere un testo, quindi non posso
allegare alcunché. Ecco perché chiedo un po' di pazienza ai colleghi.
Confesso che quando ebbi ad esprimere il mio voto contrario al disegno di
legge istitutivo di questa Commissione, mi chiesi quale fosse l'obiettivo
principale dei suoi presentatori. Pensai fosse quello di sferrare un
attacco al PCI, alla sua storia e alle sue figure storiche. In realtà, gli
obiettivi della maggioranza, che si sono venuti meglio e più chiaramente
delineando nel procedere dei nostri lavori, erano e sono molteplici.
Intanto quello da me temuto sin dall'inizio, poi quello di colpire tante
personalità insigni della nostra Repubblica, compresi alcuni padri
costituenti, infine quello di riscrivere la storia e dimostrare quel che a
mio avviso è indimostrabile e ridicolo. Mi riferisco all'assunto che,
dalle tanti stragi, all'assassinio di Moro ed ancora oltre, tutto ciò che
è avvenuto nel nostro Paese, sia opera del KGB e che lo zampino del KGB
abbia accompagnato sostanzialmente il difficile processo storico della
nostra Repubblica.
Signor Presidente, ho cercato di capire, anche con un certo distacco
intellettuale, la ratio di tutto ciò; tuttavia mi sono detto che, dal 1917
in poi, dal Trattato di Rapallo con il reciproco riconoscimento dei due
Paesi, persino durante il ventennio fascista, da Franco Marinotti a
Raffaele Mattioli, e successivamente da Enrico Mattei - lei, signor
Presidente, ricorderà i grandi titoli pubblicati sui giornali della destra
"Mattei ci vende alla Russia" - , fino ad arrivare a Valletta, dall'Eni
alla Fiat, da Togliattigrad, sino ai giorni nostri, l'Italia e l'Unione
Sovietica sono sempre stati Paesi amici o comunque non ostili anche quando
appartenevano ad alleanze diverse. In un libro di qualche decennio fa, il
dottor Giorgio Fabre scrive con tanta puntualizzazione che, escluso lo
strettissimo periodo bellico, cioè fino a poco tempo prima e subito dopo
la guerra, i rapporti del nostro Paese con l'Unione Sovietica sono sempre
stati ottimi ed improntati ad una fattiva e reciproca collaborazione in
tutti i campi, stante anche la complementarietà dell'economia: la Russia
dispone di grandi materie prime e noi siamo un grande Paese trasformatore;
anche Sergio Romano, in una delle sue ultime pubblicazioni "Guida alla
politica estera italiana", ha parlato di rapporti tradizionalmente
amichevoli.
Allora, se quelli sono gli obiettivi, cioè riscrivere la storia e così
via, mi sono chiesto perché è stata scelta una Commissione d'inchiesta,
voluta - come ha ricordato l'onorevole Bielli - dalla maggioranza, per
scrivere una controstoria. Mi sono ricordato, tra l'altro, che il senatore
Taviani, recentemente scomparso, nel suo libro di memorie "Politica a
memoria d'uomo" ha scritto: "Spero che nessuno abbia l'illusione di
ricostruire la storia con una Commissione d'inchiesta", tanto più quando
essa è voluta dalla maggioranza, con uno scopo che diventa necessariamente
politico.
Ho chiesto di disporre di un po' di tempo in più perché - come i colleghi
sanno - sono stato nominato membro di questa Commissione con qualche anno
di ritardo. Mi voglio, pertanto, attenere anzitutto ai dati di fatto che
ho cercato anch'io di acquisire. La Commissione Mitrokhin non dispone di
informazioni o documentazione diretta: Mitrokhin si è rifiutato, prima
della sua scomparsa, di incontrare questa Commissione. Disponiamo, quindi,
solo di informazioni di seconda mano. Inoltre, di fatto, è stato negato
l'accesso agli "appunti" originali forniti da Mitrokhin, così come
l'incontro con i funzionari del MI6 che hanno gestito la fonte Impedian.
Mitrokhin non ha ricoperto incarichi o uffici operativi ed ha avuto
accesso solo ad informazioni elaborate da altri. D'altra parte, come è
noto, in tutti i Servizi segreti del mondo il lavoro degli archivi si
svolge per compartimenti; pertanto, sorprende effettivamente anche uno
come me, che è digiuno in materia, il fatto che un ex archivista possa
avere avuto accesso a tutto questo enorme materiale. I report arrivati,
quindi, non costituiscono materiale originale del KGB, né riportano le
note di Mitrokhin, ma sono semplicemente un'elaborazione delle note del
transfuga Mitrokhin da parte degli inglesi. Tra l'altro, signor
Presidente, lei ricorderà che, poiché ci troviamo di fronte ad una
traduzione dall'inglese all'italiano rispetto ad un testo già tradotto dal
russo all'inglese, - e io ebbi già modo di dire che la poesia è quello che
scompare nella traduzione ! - , figuriamoci poi nella doppia traduzione,
con tutto quello che ne consegue, che cosa è rimasto.
E' un dato di fatto, inoltre, che tutti i casi sono stati archiviati: si
chiamino Rodo, Isba, Ovation o Mitrokhin. Qualcuno, però, potrebbe
affermare che, quello acquisito, è sempre e comunque un materiale
utilizzabile per fini storiografici. Chi ha letto "Lezioni di metodo
storico" di Chabod sa che un documento, anche se è falso o di dubbia
autenticità, può servire per la ricostruzione storica. Tutto può servire,
tutto fa brodo!
Signor Presidente, per quanto riguarda il dossier Mitrokhin, le note e
quant'altro, ci troviamo di fronte a cartacce. Infatti, a prescindere dal
fatto che la maggior parte del materiale offerto da Mitrokhin è stato
classificato dai britannici come categoria C, cioè che non presenta rischi
di interesse nazionale, o anche di categoria G, cioè di rilevanza
assolutamente marginale, tutti sanno che con la dissoluzione dell'Unione
Sovietica (in sostanza, con la lotta tra Gorbaciov, presidente dell'Unione
Sovietica, ed Eltzin, presidente della Russia, dalla quale è scaturita la
dissoluzione), vi è stato il caos totale. Dopo l'agosto 1991, il caos
totale ha investito inevitabilmente anche i Servizi segreti e gli archivi.
Pertanto, c'è stato il frazionamento del KGB e degli archivi, anche a
livello repubblicano. Gli archivi sono stati saccheggiati un po' ovunque e
vi è stata la compravendita dei fascicoli addirittura per strada: è stato
scritto che a volte si è trattato di un vero e proprio "scartiloffio"
offerto a chi facesse l'acquisto in dollari o in valuta pregiata.
Vi è stato anche un uso strumentale di queste carte per compromettere le
nuove classi dirigenti (basti ricordare Landsbergis in Lituania o De
Maziere in Germania Orientale), che a volte sono servite per la resa dei
conti all'interno degli stessi Servizi, anche ai più alti livelli
istituzionali.
I vari decreti di riforma del KGB hanno prodotto buchi negli archivi anche
da parte dei nuovi gestori degli stessi, mentre molti altri documenti -
l'Italia docet - restano ben conservati in strutture di tipo militare di
difficilissimo accesso.
Ripeto che si tratta di cartacce. Ricordo ancora quando abbiamo audito
Kolosov, invitato ad un bel soggiorno romano, il quale anche alle domande
del senatore Andreotti ha risposto: "Tutti si sono messi a scrivere. Non
ho letto Mitrokhin. Hanno scritto tanti".
Insomma, questo dossier è stato divulgato soltanto in Italia, infarcito di
notizie spesso discordanti, contraddittorie e a volte palesemente false e
Mitrokhin non ha mai voluto incontrare la nostra Commissione. Mi chiedo e
chiedo a voi: è credibile che abbia lavorato indisturbato per tanti e
tanti anni senza essere scoperto? E' credibile l'avventuroso e per certi
versi ingenuo modo di occultare quanto trascritto? (ci voleva una collina
intera, tutto il giardino, altro che il pavimento di una dacia per
conservare quanto andava annotando).
Gli errori e le inesattezze contenute nelle schede sono derivate solo
dalla traduzione dal russo in inglese? Nel 1992, come è noto, gli inglesi
fecero uscire dalla Russia Impedian-Mitrokhin e la sua famiglia; ebbene,
se prendiamo il libro di Andrew "L'archivio Mitrokhin", alla nota 1 del
capitolo I (il libro, lo ricordo, è del 1999) è scritto testualmente: "per
tutelare i parenti rimasti in Russia Mitrokhin è restio a fornire dettagli
sul suo ambiente familiare". Signor Presidente, se lo immagini: un ex
archivista importantissimo, che accede a tutti i compartimenti di questo
grande archivio, scompare dalla Russia, dopo di che nel libro pubblicato
non si fornisce il nome dell'interessato per timore, per poter tutelare i
familiari dello stesso; mi sembra francamente qualcosa di risibile!
Un altro punto che mi ha colpito appare in una nota del 30 maggio 2003 del
nostro collaboratore Gerardo Padulo, sempre molto attento e puntuale. Il
dottor Padulo scrive che un archivista - ammesso, aggiungo io, che
Mitrokhin lo sia stato veramente, perché, ripeto, non poteva accedere a
tutti i compartimenti - ove abbia deciso di prepararsi il materiale, porta
con sé il documento più importante di un archivio, il titolario, che di
ogni archivio è la chiave di accesso e di prima lettura. Non conosco la
materia, anche se il presidente Cossiga ci ha fornito un manualetto in
proposito, però questa asserzione mi ha fatto riflettere. Come precisato
dagli stessi Servizi inglesi, le informazioni di Impedian erano fondate su
testimonianze di altre persone riportate nell'archivio del KGB e quindi
copiate dallo stesso Impedian. Tali appunti quotidiani, presi per ben
dodici anni, senza che nessuno se ne accorgesse, occupano sei casse
portate fuori dagli inglesi insieme al trascrittore e ai suoi familiari.
Si parla di trecentomila documenti copiati; secondo Ivan Gerasimov, ex
agente del KGB in Italia, Mitrokhin avrebbe avuto, invece, solo la
disponibilità dei cartellini e non dei fascicoli.
La Commissione di intelligence e sicurezza, nella sua relazione al
Parlamento inglese del giugno 2000 - che rileva, tra l'altro, l'assenza di
rischi per l'interesse nazionale ritenendo comunque il materiale di
interesse marginale, sottolinea che il motivo che ha spinto Mitrokhin a
compilare l'archivio e a portarlo in Occidente era quello di farlo
pubblicare, quindi, in sostanza, per fare soldi; è un dato di fatto che ho
ricavato dalla lettura degli atti. Dal momento in cui Mitrokhin prende
contatto con i Servizi inglesi trascorrono ben dieci mesi prima che il
Primo Ministro ed il Ministro dell'interno vengano informati di qualcosa,
ma occorrono ben tre anni per la consegna agli italiani del primo
materiale. Dal 30 marzo 1995, data di consegna dei primissimi report al
SISMI, alla prima informativa generale data dal direttore del Servizio
generale Siracusa al presidente del Consiglio dei ministri Dini (7
novembre 1995) trascorrono appena sette mesi; è un dato di fatto.
Signor Presidente, lo dico con la simpatia e con la stima che le porto, ma
reputo il suo rapporto irricevibile perché trasforma congetture,
supposizioni, deduzioni azzardate in presunti elementi di prova
inconfutabili per una tesi a mio avviso precostituita. Ecco perché ritengo
il suo rapporto non emendabile; esso costituisce inevitabilmente il primo
segmento di una relazione conclusiva il cui tenore è facilmente
prevedibile, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto.
Passando alle "evidenze conclusive", si tratta a mio avviso di conclusioni
gratuite perché gli assunti di base sono erronei, privi di corrispondenza
con la verità logica, in contraddizione con quanto acquisito, basate su
illazioni; e la ricostruzione storica, che appare in allegato, sembra
scritta proprio a fini ideologici di parte.
Ieri, nell'esporre per grandi linee le tesi contenute nel rapporto, lei ha
affermato, signor Presidente, che la Commissione Guzzanti, la nostra
Commissione, è stata depistata dai capi del Servizio, Siracusa e Battelli.
Ebbene, non voglio assumere la difesa dei Servizi, però sono andato a
rileggere le conclusioni del Comitato Frattini, approvate all'unanimità
nel febbraio del 2000, in cui si dichiara espressamente che la verifica
dell'operato dei Servizi non ha evidenziato violazioni della legge n. 801
del 1977 e che non vi è nessun dubbio sulla veridicità delle ricostruzioni
operate dal generale Siracusa, dall'ammiraglio Battelli e dal vice
presidente del Consiglio Mattarella, pur esprimendosi perplessità circa
l'informativa resa al Presidente del Consiglio dei Ministri in quanto
Presidente del CESIS, stanti i limiti imposti dagli inglesi. Ebbene, è mia
convinzione che non sia stato acquisito nulla da parte della nostra
Commissione rispetto alle conclusioni del Comitato, che non sia stato
accertato nulla che metta in dubbio le conclusioni del Comitato Frattini;
ovviamente è la mia opinione.
Il SISMI ha ricevuto il materiale a rate quando Mitrokhin era ancora
sottoposto a briefing da parte dei Servizi inglesi; di qui la lentezza
nella trasmissione dei report all'Italia. Intanto però alla CIA è stato
passato tutto il materiale, compreso quello riguardante l'Italia. Si può
parlare di insabbiamento quando questo materiale ormai circolava per tutto
il mondo?
Vado celermente avanti e giungo alla vexata quaestio. Nel rapporto il
SISMI viene confuso con un organo di polizia giudiziaria; con la sua tesi,
signor Presidente, nessun Servizio segreto a mio avviso potrebbe
funzionare. Le informazioni all'autorità giudiziaria vanno trasferite se
sono suffragate da elementi di prova, altrimenti è la paralisi di ogni
attività di intelligence. Il ministro Straw alla Camera dei comuni, pur
confermando l'enorme valore del materiale per qualità di intelligence ed
investigativa, afferma che quel materiale da solo non poteva costituire
prova giudiziaria da portare in un tribunale britannico. Pertanto, signor
Presidente, la tesi esposta nel suo rapporto ignora anche, a mio avviso,
l'esigenza della massima riservatezza, il fatto che gli inglesi avrebbero
potuto interrompere il flusso. Insomma, quel materiale non comportava
nessuna minaccia immediata alla sicurezza dello Stato, tant'è che nelle
relazioni al Parlamento dal 1995 al 1999 il dossier Mitrokhin non appare e
viene citato solo nell'ultimo semestre del 1999. Non vi fu quindi nessuna
estromissione della polizia giudiziaria, come invece si sostiene nelle
cosiddette "evidenze conclusive", né vi fu paralisi delle attività di
controspionaggio. Nessuna delle diciannove evidenze conclusive è a mio
avviso condivisibile né in tutto né in parte; ecco perché ritengo che il
rapporto non sia emendabile, né nei suoi assunti né nelle sue conclusioni.
D'altra parte, Signor Presidente, scripta manent e ognuno di noi si assume
la responsabilità di quello che lascia agli atti parlamentari, vuoi
intervenendo, come sto facendo io, vuoi a maggior ragione quando si
depositano testi scritti.
Anche la ricostruzione storica è a mio avviso sui generis, improntata ad
una disinvoltura per me stupefacente, basata spesso su congetture.
Veniamo alla svolta di Rifondazione comunista sul Governo Dini. Lei stesso
dice che è avvenuta il 26 ottobre. Noi non partecipammo al voto. Si
sostiene invece che poiché stavano per arrivare i report in cui Cossutta
viene definito "contatto confidenziale", saremmo usciti dall'aula. L'on.
Bielli ne è stato testimone, come lei stesso ha citato, e ricorderà ciò
che è avvenuto allora.
D'altra parte tutto è consegnato agli atti parlamentari e ognuno di noi
può attingere dagli atti parlamentari e da ciò che allora fu pubblicato
dalla stampa. Lei stesso dice che la svolta, cioè la non partecipazione al
voto, è avvenuta il 26 ottobre - lo scrive lei - però il report è arrivato
il 30 ottobre, cioè quattro giorni dopo, così come lei scrive
nell'allegato D) a pagina 6. Allora, anche a volere entrare nel suo
ragionamento delle due l'una: l'MI6 ha informato immediatamente Cossutta
che nel report si parlava di "contatto confidenziale" dopodiché noi
avremmo cambiato la linea politica. Ciò significherebbe che Cossutta
decideva per tutti, per tutto il partito, quando, invece, noi assistemmo
già allora ad una lacerazione dolorosa, ad una spaccatura.
La verità è che ci fu un dibattito lacerante, nel Gruppo e nel partito. La
verità è molto più semplice, Presidente. Noi non volevamo mischiare i
nostri voti con quelli della destra, come poi invece qualcuno fece nel
1998 quando fece cadere il Governo Prodi. Ci fu la dichiarazione di Dini,
secondo la quale sarebbe andato via, e Cossutta il 26 ottobre dice - lei
pure lo ha ricordato nel suo intervento ma voglio riassumerlo, anche se
tutti possono accedere al resoconto stenografico della seduta - : "Gentile
Presidente, Presidente del Consiglio, colleghi, dunque il Governo chiude.
Dini se ne va. L'impegno è pubblico - e Dini dichiarò che sarebbe andato
via - ed è solennemente assunto, ed è ormai irrevocabile e finalmente si
va a votare, ma è chiaro che si voterà entro pochi mesi. La nostra scelta,
coerente e convinta, è stata ed è una sola: operare perché il Governo se
ne vada e si giunga al più presto alle elezioni. Questo obiettivo lo
abbiamo ottenuto e lo abbiamo ottenuto proprio per merito della nostra
battaglia. Andare a votare, questo era il punto. Abbiamo allora ottenuto
quello che volevamo, il voto politico quello che può ridare forza alla
democrazia. Porre fine al Governo.
Su questo io e Bielli, che facevamo parte della stessa parte politica, per
una valutazione diversa fummo costretti a separare le nostre strade.
Questa è la lettura politica, signor Presidente, una lettura squisitamente
politica.
Veniamo alle altre calunnie veramente insopportabili nei confronti del
presidente del mio partito Cossutta. Non vorrei fare il suo difensore,
perché lui sa ben difendersi da solo, e dirò pure in quale modo. Nel 1994
Cossutta aveva già avuto un processo. Si parla dello sbianchettamento
dalla bozza al libro, come ha già ricordato Bielli. Ma leggendo
attentamente si nota invece un aggravamento, un peggioramento del giudizio
su Cossutta dalla bozza al libro, sino al falso autentico del versamento
del danaro direttamente nelle "tasche" di Armando Cossutta, un'accusa
infamante riportata dalla stampa. Credo che i colleghi sappiano che il
presidente Cossutta ha già provveduto a presentare querela nei confronti
degli organi che hanno riportato in tal modo la notizia. Perché è un
falso? Perché il tutto è stato ripreso da un saggio di Stephan Hellmann
sulla svolta di Occhetto. Quella frase virgolettata non era nel libro, non
era del libro di Andrew-Mitrokhin. Le modifiche apportate alla bozza sono
state soltanto peggiorative. Questa accusa di mettersi in tasca i soldi
destinati al partito viene quindi scandalisticamente riportata in vari
interventi sulla stampa, compresa una sua lettera al "Corriere della Sera"
del 29 luglio 2004. Quella frase sarebbe stata omessa nel libro su
indicazione del SISMI, ma la frase - lo ripeto - non era di Andrew
-Mitrokhin bensì riportata tra virgolette e presa dal saggio del
politologo Stephan Hellmann sulla svolta operata da Occhetto quando
trasformò il PCI in PDS, svolta alla quale noi comunisti ci eravamo
opposti con tutte le forze, tant'è che Armando Cossutta parlò di mutazione
genetica del vecchio Partito comunista italiano.
Hellmann a sua volta si basava sulle dichiarazioni del giornalista
Alexandr Evlakov riportate sul quotidiano "la Repubblica" del 12 ottobre
1991 secondo cui Cossutta aveva ricevuto dei soldi da un agente del KGB
"personalmente", cioè di persona. Evlakov peraltro dichiarò anche di non
disporre materialmente dei documenti relativi ma di averli visti con i
"Io non ho mai ricevuto nulla, dico nulla, né in denaro contante, né in
assegni, né in alcun altro modo da parte e per conto di esponenti o di
persone sovietiche". Una secca lettera di smentita, anche perché non vanno
confusi il rapporto politico PCI - PCUS con consegna di soldi che avveniva
forse in maniera diversa.
Hellmann in effetti, travisando volutamente Evlakov, trasforma volutamente
l'espressione "personalmente" in "nelle sue tasche" e qui compie un vero e
proprio falso. Inoltre, nel libro rispetto alla bozza vengono aggiunte
cinque righe ex novo contro Cossutta con i dati dei supposti finanziamenti
in dollari ricevuti dal 1985. In sostanza, altro che sbianchettamento.
Dalla bozza al libro per Cossutta si è avuto soltanto un crescendo di
varie accuse senza nemmeno il supporto di una specifica documentazione
proveniente dall'archivio Mitrokhin. È chiaro che l'eliminazione del falso
compiuto da Hellmann, cioè che Cossutta metteva nelle proprie tasche soldi
del PCUS, era solo per superare inevitabili querele, tant'é che lo stesso
ammiraglio Battelli ebbe a dire nell'audizione "Se fossi l'onorevole
Cossutta non sarei contento di quelle differenze tra bozza e libro".
E così pure, sempre per quanto riguarda l'allegato D) a pagina 6,
relativamente al fatto che il SISMI non provvide a tradurre il cosiddetto
dizionario del KGB in cui si spiegava cos'era un contatto confidenziale.
Questo sempre per fare un favore a Cossutta? Il dizionario arrivò tre mesi
dopo, alla fine del febbraio del 1996 e nemmeno in Gran Bretagna venne
tradotto insieme al libro.
Arriviamo alla vicenda del Governo Prodi. Anche qui tutto è consegnato
agli atti parlamentari, alla stampa, eccetera. Qui veniamo al redde
rationem tra due diverse anime del partito, del Prc: come in precedenza,
ci differenziammo nell'analisi della fase e c'era chi sottovalutava il
pericolo della destra. Oggi c'è un ripensamento. Meno male.
Ci differenziammo perché noi allora, ed oggi, ritenevamo e riteniamo che
non ci siano alternative all'alleanza tra le forze democratiche e
progressiste che si riconoscono nei valori della Costituzione per salvare
il nostro Paese. Allora e oggi.
Il Ministero di grazia giustizia all'onorevole Diliberto, ma non
scherziamo! Io so una cosa signor Presidente, una sola cosa che consegno
all'onestà intellettuale di tutti voi. Tutte le sedi del partito
acquistate con i nostri sacrifici - anche personali - i giornali, i
finanziamenti al partito: noi abbiamo iniziato tutto da capo, perché ci
siamo divisi non per questioni personali, ma per un'analisi, come si
diceva, della situazione concreta, per l'analisi della fase, per il fatto
che allora come oggi non esistono alternative se si vuole salvare questo
Paese.
Sempre circa gli "sbianchettamenti" una cosa non l'ho capita proprio,
signor Presidente. Illazioni: moujik in russo significa "burino", "cafone"
oppure "brava persona" o "buon uomo". A che fine questo sbianchettamento
di moujik?
PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, senatore Marino; se me lo permette,
chioso. Sappiamo tutti cosa vuol dire moujik. Il significato della parola
moujik non ci sorprende. Sorprende il fatto che, essendo stato moujik uno
dei nickname, come Impedian, di Mitrokhin, per motivi a noi tutti ignoti
(se lei ha una idea al riguardo, ce lo faccia sapere) abbiamo notato solo
che quel nomignolo è stato cassato. L'abbiamo rilevato.
MARINO. Sì, signor Presidente, però non ho capito qual è il castello che
si vuole costruire su questo moujik.
PRESIDENTE. Mi scusi. Non la interrompo più. Capisco che lei ha il
castello del castello, ma mi dispiace.
MARINO. Sempre in tema di sbianchettamento e sempre per quanto riguarda il
cosiddetto coinvolgimento del KGB nell'affaire Moro (anche qui per farla
breve, signor Presidente), ricordo che nel libro di Andrew-Gordievskij,
"Storia segreta del KGB", a pagina 640, è detto testualmente che "La
collaborazione tra la Democrazia cristiana e il Partito comunista funzionò
meglio di quanto Mosca avesse previsto". (Non sono testi sovietici, signor
Presidente, ma sto parlando del libro di Andrew-Gordievskij.) "I rapporti
tra i due Paesi migliorarono quando a capo del Governo ci fu Aldo Moro,
persona con cui i capi sovietici ritenevano di poter trattare. Il suo
assassinio da parte delle Brigate Rosse nel 1978 fu considerato una vera
sciagura per gli interessi sovietici", - aggiungo anche per gli interessi
italiani - signor Presidente. Noi comunisti non abbiamo nulla da temere,
signor Presidente, da questa Commissione d'inchiesta. Rispetto ai
finanziamenti dal PCUS al PCI, se vi sono stati (come vi sono stati), io
sono orgoglioso della solidarietà internazionale che si realizzava. Non
una lira, signor Presidente, sono costati al bilancio dello Stato
sovietico. Ogni membro del partito era tenuto a versare ogni mese l'uno
per cento del proprio salario o stipendio o prestazione professionale: si
trattava di 15 milioni di iscritti. Faccia i calcoli, signor Presidente,
considerando il fatto che all'epoca il rublo valeva, di quanto potesse
disporre il PCUS ogni mese e quale solidarietà internazionale tra partiti
si realizzava. Dico "tra partiti", signor Presidente, perché andava dal
PCUS al PCI: il KGB, tutt'al più era un tramite. Poi, quando ci riferiamo
al KGB ignoriamo che in tutte le nostre ambasciate, dovunque io vada (non
so perché), accanto a me siede sempre il responsabile dei nostri Servizi
segreti. Quindi, di che meravigliarsi, signor Presidente? Dunque tramite
il KGB, tramite un funzionario, evidentemente, del KGB. A sua volta il
PCI, grazie anche ai fondi del PCUS, dava soldi ai movimenti di
liberazione nazionale e a tutti gli altri partiti progressisti del globo
terrestre. Noi di questo, signor Presidente, siamo orgogliosi.
Per quanto riguarda le ricetrasmittenti e le radio sia chiaro, signor
Presidente, che questo era solo per sopravvivere ad eventuali colpi di
Stato, perché i tentativi di golpe ci furono. Tutto era fatto per
difendere questa democrazia. Io ricordo, ma lo ricorderà pure lei, che
qualche illustre personaggio, purtroppo assassinato, fu costretto a
mandare in Svizzera anche i fondi che servivano a finanziare la propria
corrente politica. Quindi, i tentativi di golpe c'erano e tutto aveva un
carattere squisitamente difensivo. Non eravamo solo noi a temere il golpe,
il colpo di Stato.
Il piano Solo. Si vuole dimostrare che fu una operazione di
disinformazione da parte dei sovietici. Anche qui, per brevità, invito i
colleghi a leggersi le memorie di Taviani e precisamente le pagine da 256
a 413, così facciamo finalmente chiarezza. Mi riferisco a Taviani non a
caso: si tratta di memorie postume. Dalle confessioni postume di Sogno,
scrive Taviani, risulta chiaramente che le intenzioni di golpe
sussistevano. L'obiettivo era chiaro: impedire, malgrado i voti ottenuti
(ripeto, "malgrado i voti ottenuti", perché un terzo di questo Paese,
signor Presidente, votava per il partito comunista: un terzo, in tutte le
famiglie italiane), al PCI di accedere al governo del nostro Paese in ogni
modo. Tre Commissioni d'inchiesta sul piano Solo, signor Presidente, hanno
confermato la preparazione del piano. Due navi per trasferire gli
"enucleandi", 154.000 fascicoli.
La Thatcher, che non può essere accusata certamente di filosovietismo o di
filocomunismo, per il dossier Mitrokhin si è espressa in termini di
speculazioni, aventi anche qualche "fatterello" corrispondente al vero; ma
tutto il dossier Mitrokhin, ha detto la Thatcher: "è un letamaio". Queste
sono le cartacce: è questo di cui noi ci occupiamo.
L'onorevole Bielli ha rivolto un invito. In realtà l'invito ce lo ha fatto
il Presidente Cossiga, venuto qui in audizione: quello stesso Presidente
che scrive la lettera ricordata da Fragalà, è venuto qui in audizione
dicendo: "Chiudete, non perdete tempo". Ripeto, quello stesso Presidente,
il cui intervento è stato evocato dal collega Fragalà.
Credo davvero che il nostro sia diventato un lavoro inutile. Sarebbe stato
molto più saggio e più utile nominare una commissione di storici, di saggi
per cercare veramente di capire, al di là di polemiche sterili, quanto sia
stato tortuoso e difficile il percorso democratico del nostro Paese.
Sin dall'inizio, signor Presidente - lo dico senza alcuna ipocrisia - sin
dai primi interventi che ho ascoltato, non mi sono fatto illusioni di
poter pervenire ad assunti condivisi: lo dico chiaramente. Sin dai primi
interventi ho capito che "non era aria", "non c'era il clima". Lei mi darà
atto, signor Presidente, del fatto che in questa Commissione ho cercato di
starci nella maniera più composta possibile, anche di fronte ad
affermazioni che mi lasciavano, se non altro, interdetto. Tant'è che un
paio di volte sono stato costretto a dire: ebbene, qui ognuno è
responsabile delle dichiarazioni che rende, perché siamo in audizione. Se
per ogni domanda si fa un preambolo di mezz'ora, non posso prendere la
parola per contestare tale preambolo; ognuno qui si assume le
responsabilità di quello che dice e di quello che deposita agli atti.
Il suo rapporto, signor Presidente, è pieno di omissioni e di falsità. Mi
dispiace dirlo, mi creda. È basato su presupposti non veritieri e contiene
affermazioni gravissime, quasi da propaganda di vecchia guerra fredda.
Proprio in base a quello che ho acquisito e che ho cercato di capire non
vedo altra soluzione se non quella di fare uno sforzo, spero unanime,
della minoranza per smontare punto per punto ogni assunto del rapporto e
dell'eventuale contributo integrativo dell'onorevole Fragalà (non si
capisce se integrativo del rapporto o distintivo rispetto al rapporto
stesso), ogni asserzione, ogni accusa infondata (peraltro di tipo ridicolo
e infamante, nel caso di quelle rivolte al presidente Cossutta il quale,
per la sua parte, ha già provveduto a querelare gli organi di stampa che
le hanno riportate - molto imprudentemente, a mio avviso - e che ora
dovranno ovviamente fornire gli elementi di prova).
Ovviamente abbiamo ancora tempo davanti a noi e io cercherò, nel corso del
prosieguo dei lavori, di fornire altro contributo che possa servire ad una
più utile discussione
lo ripropongo visto che il topo di fogna junker ha sozzato il thread con
il suo inutile reply.
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